L'agguato alla Stazione di Montorsoli

di David Irdani, 4-7-2003, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Questa storia si svolge nel comune di Sesto Fiorentino (FI).

Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Lapide dei partigiani caduti del comune di Firenze - Firenze
- Lapide della Stazione di Montorsoli (*) - Montorsoli, Sesto Fiorentino (FI)
- Sacrario dei partigiani - Sesto Fiorentino (FI)
- Sacrario dei partigiani fiorentini - Rifredi, Firenze
- Sepolcro di Ciolli - Settimello, Calenzano (FI)

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Il pomeriggio del 4 Aprile '44 una trentina di partigiani, passati da Cerreto Maggio, quasi a coppia, con le bandiere rosse, armati di bombe a mano e di fucili cantando… - come testimonia Don Mario Martinuzzi - si diresse verso la stazione di Montorsoli con il chiaro proposito di assaltare il treno 2328 che, secondo l'orario sarebbe dovuto arrivare alle 19.20.
Il treno era formato da una ventina di vagoni, che trasportavano molti pendolari, studenti e lavoratori che tornavano da Firenze direzione Mugello.

Le testimonianze raccolte su questo avvenimento sono molto discordanti: sicuro è che ci fu una sparatoria infernale che durò più di un quarto d'ora. Altrettanto sicuro è che l'assalto non passò "inosservato".

I partigiani che parteciparono all'azione erano molto giovani ed esuberanti. Infatti la segretezza dell'attacco non fu osservata: tutta Cercina seppe dei ragazzi "con il fazzoletto rosso al collo, dirigersi alla stazione, occuparla, isolarla telefonicamente e rinchiudere il capostazione e famiglia in una stanza". Alcune testimonianze raccontano addirittura che alcuni giovanissimi del paese seguirono i partigiani per assistere in diretta all'azione.
L'attacco fu ordinato dal CTLN, perché sul treno si trovavano molti ufficiali tedeschi che si recavano nel Mugello per preparare i rastrellamenti nella zona.

Occupata la stazione e appostatisi i partigiani attesero l'arrivo del treno.
Le cose però non si svolsero come previsto. Sembra che alcuni tedeschi sul treno notarono i partigiani nascosti sul ciglio dei binari ed ebbero il tempo di armarsi e difendersi. Sul treno era presente una staffetta partigiana (Carmonini Carlo) che aveva il compito di aiutare i civili a sgomberare il treno al momento dell'assalto. Il Carmonini fu ucciso subito. Ne seguì una violenta sparatoria, con i civili a terra a cercare riparo: i fascisti usarono gli stessi come scudo e riuscirono ad impossessarsi militarmente della stazione, lasciata inspiegabilmente sguarnita. I fascisti spararono alle finestre del primo piano uccidendo due partigiani e ferendone quattro. I partigiani riuscirono comunque a sparare raffiche di mitraglia e bombe a mano (tipo ananas) sui vagoni fermi. Il treno poi ripartì sotto le raffiche di mitraglia e si fermò alla stazione successiva di Fontebuona, dove furono soccorsi i numerosi feriti. La formazione partigiana fugacemente riprese la strada per Monte Morello aiutati da un contadino del luogo che mise a disposizione dei partigiani un carro con mulo per trasportare il partigiano "Lupo" rimasto gravemente ferito. Sul campo di battaglia rimasero uccisi tre partigiani, i cui corpi furono oltraggiati da militi fascisti accorsi da Firenze saputo dell'avvenimento.

L'assalto al treno ebbe una considerevole risonanza "sociale", in quanto molti giovani incerti e dubbiosi sull'esperienza partigiana, si convinsero della necessità di cacciare l'invasore fascista ed entrarono nelle fila della resistenza.
La Brigata Fanciullacci fu una Brigata di riferimento per questi giovani.

Bibliografia

I sentieri della Libertà
a cura di Andrea Marchi, Enio Bini, Gabriele Baldi
Consiglio Regione Toscana, 2005
La Resistenza e la guerra di Liberazione su Monte Morello
L'aprile '44 a Cercina
a cura di Comitato Unitario Antifascista, Comune di Sesto Fiorentino, Circoscrizione di Cercina
1985

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