Ritorsione contro Popiglio
di Roberto Daghini, 16-1-2009, Tutti i Diritti Riservati.
Questa storia si svolge nei comuni di Piteglio (PT), San Marcello Pistoiese (PT).
Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Cippo di Villa Bice (*) - San Marcello Pistoiese (PT)
I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto
Scarsi e di minor importanza furono gli episodi di resistenza nel territorio comunale di Piteglio, forse fu giudicato militarmente di poca importanza. Nonostante ciò vi sono stati numerosi caduti per rappresaglia tedesca.
Nel territorio comunale operarono sporadicamente la formazione E.L.N. XI zona del comandante Manrico Ducceschi, alla quale si aggregarono alcuni renitenti del luogo.
Nell'ottobre 1943 un aereo alleato fu abbattuto sulle montagne tra le località di Crespole e Calamecca. I fascisti locali, tra cui il segretario del P.R.F. di Lanciole, effettuarono un rastrellamento: il veicolo fu trovato, al suo interno vi erano due aviatori morti, mentre gli altri componenti erano riusciti a fuggire.
Il 26 giugno 1944 il distaccamento "Arditi sabotatori", comandato da Ugo De Poletti, raggiunse la frazione di Calamecca, arrestò il segretario politico della frazione ed entrò in casa di un fascista locale e di una presunta spia dell'OVRA trovandoci gran quantità di alimenti che furono sequestrati e distribuiti alla popolazione locale.
Fu inoltre tratto in arresto un ex-collaboratore dei partigiani perché accusato di essere un traditore.
Il 3 luglio 1944 nuova azione: il distaccamento partigiano della XI zona "Granaia", al comando di Carlo Mariani, con 28 uomini occupa alle ore 23 il paese di Popiglio.
Il loro compito era di intimidire i repubblichini del paese, fu incendiata la casa di Ilo Pocci e catturato Saverio Valeri. Il commissario del comune Sergio Benedetti, nonostante l'accerchiamento, riuscì invece a fuggire aiutato dall'arrivo di una colonna tedesca.
Lo stesso giorno il distaccamento "Carpini" riuscì a fare prigioniero il tenente della X flottiglia Mas Pocci, che fu portato al comando e interrogato.
L'azione non doveva passare sotto silenzio e i fascisti locali prepararono la vendetta.
Il giorno 8 luglio, su indicazione dei maggiori esponenti del P.R.F. di Popiglio, le SS tedesche di stanza a San Marcello arrivarono in zona per catturare Pietro Gentili, Carlo Orsucci, Aldo, Carlo e Florio Ferrari, Carlo e Iacopo Franceschi. Tutti indicati o come partigiani o come loro simpatizzanti.
Recatisi a casa dei fratelli Franceschi li arrestarono e dettero alle fiamme la loro abitazione. Eguale sorte toccò alla casa di Carlo Orsucci, ma in questo caso dovettero arrestare la madre perché Carlo era fuggito.
Anche i fratelli Ferrari e il Gentili si erano resi irreperibili e pure in questo caso furono arrestate le sorelle e le mogli. Tutti questi familiari rimasero detenuti per dieci giorni.
Furono arrestati oltre ai due fratelli Franceschi anche Gino e Eugenio Ferrari. Tutti e quattro furono trasportati a San Marcello a Villa Bice e malmenati duramente dai soldati tedeschi, specialmente i Franceschi, che pare siano stati colpiti con canne di bambù al volto.
I Ferrari furono poi portati a Pistoia. Gino riuscì ad evitare di essere deportato grazie al medico del paese che redasse un certificato falso di infermità mentale, mentre Eugenio fu messo su un treno diretto in Germania. Questi però riuscì a scappare gettandosi dal treno nei pressi di Trento.
I fratelli Franceschi accusati di aver aiutato prigionieri inglesi e di aver detenuto in casa esplosivi, furono catturati e trasferiti a San Marcello al comando SS, processati il 10 luglio 1944 e fucilati il giorno dopo.
A Luigi Bacci di San Marcello, abitante nei pressi della villa, i tedeschi richiesero un giorno imprecisato un piccone e una pala. Affacciandosi ad un muro di cinta per curiosare vide soldati e civili disposti come per un'esecuzione. Costretto a ritirarsi sentì dopo poco una scarica di fucileria e da ciò dedusse che i due fratelli erano stati fucilati.
Secondo voci largamente diffuse a San Marcello sembrerebbe che al processo abbia presenziato l'ex-commissario prefettizio Sergio Benedetti, il maresciallo dei carabinieri di Campotizzoro Mario Buggiani e Vado Simoni di Bardalone.
I corpi dei Franceschi furono portati a Popiglio nel febbraio 1945 e sepolti nel cimitero.