Lanciotto Ballerini

di Giovanni Baldini, 14-7-2003, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Medaglia d'Oro al Valor Militare, alla memoria

Monumenti che nominano Lanciotto Ballerini:
- Lapidi del municipio - Calenzano (FI)
- Monumento ai caduti e ai deportati - Campi Bisenzio (FI)
- Monumento della Battaglia di Valibona (*) - Valibona, Calenzano (FI)
- Sacrario dei partigiani fiorentini - Rifredi, Firenze

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Lanciotto nasce il 15 agosto 1911 a Campi Bisenzio (FI).
Già da giovane è molto conosciuto, di forte costituzione si dedica alla boxe in compagnia dei fratelli e dell'amico Ferdinando Puzzoli e a vent'anni vince il campionato italiano principianti.

Allo scoppiare della guerra viene inviato in Etiopia dove ottiene promozioni per la sua prontezza e per il coraggio, promozioni che però durano poco per la manifesta insofferenza alla disciplina.
Al ritorno dal fronte a Campi Bisenzio viene accolto con sfarzo dal partito fascista locale e osannato come eroe della patria, come massimo onore gli viene offerta la tessera del partito, che però Lanciotto rifiuta.

La famiglia Ballerini è sempre stata lontana dal regime, nessuno ha la tessera del partito, Lanciotto è legato da amicizia con Ferdinando Puzzoli, di lunga e nota fede anarchica (ma avvicinatosi poi al Partito Comunista). Non è quindi una sorpresa trovare il padre di Lanciotto e lo stesso Puzzoli alla riunione clandestina organizzata dai comunisti fiorentini che la notte del 12 settembre 1943 pone le basi per la lotta partigiana dei campigiani.

Un gruppo di partigiani guidato da Lanciotto Ballerini e Ferdinando Puzzoli parte il 15 settembre per Monte Morello, forse il primo gruppo di partigiani dell'intera Toscana che in maniera organizzata si sposta sui monti.

Nei mesi a seguire l'azione è incentrata sul vettovagliamento e sulla costituzione di una sufficiente dotazione di armi ed equipaggiamento.
Numerose volte Lanciotto torna a Campi Bisenzio per prelevare quello che amici e compagni erano riusciti a mettere da parte. Quando passa per le vie del paese i fascisti fingono di non vederlo per non doversi misurare con lui e perché è evidente da che parte sta la popolazione.

Gli ultimi giorni del 1943 Lanciotto si sposta con la sua banda da Monte Morello verso i monti del pistoiese, ma sulla Calvana il 3 gennaio 1944 cade da eroe nella battaglia di Valibona.

Dopo cinque giorni la famiglia Ballerini ottiene il permesso di recuperare il corpo, che si è conservato intatto a seguito delle temperature rigide e delle lievi nevicate.
All'arrivo in paese il carro che trasporta le spoglie di Lanciotto viene accolto da ali di folla. I fascisti allora transennano la casa e impediscono il corteo funebre e il rito religioso, ma tutto il paese si dà appuntamento al cimitero dove il parroco nonostante le minacce porta a termine il rito.

Vengono stampate e distribuite centinaia di foto di Lanciotto, consacrandolo così come uno dei simboli della lotta popolare contro il nazi-fascismo.

Medaglia d'Oro al Valor Militare, alla memoria

Comandante dal settembre 1943 la prima formazione Garibaldina Toscana, la guidò valorosamente per 4 mesi nelle sue molteplici azioni di guerra. Con soli 17 uomini affrontava preponderanti forze nemiche e, dopo aver inflitto fortissime perdite, sì da costringerle a ritirarsi su posizioni retrostanti, assaliva arditamente da solo, a lancio di bombe a mano, l'ultima posizione che ancora minacciava la sorte dei suoi uomini. Cadeva, nel generoso slancio, colpito in fronte da fuoco nemico.
Montemorello, 3 gennaio 1944

Bibliografia

Campi Bisenzio, un anno di guerra
testimonianze della liberazione campigiana, 8 sett. 1943 - 2 sett. 1944
di Giovanni Bacci, Fabrizio Nucci
Comune di Campi Bisenzio, 1995
60º della Battaglia di Valibona
a cura di ANPI Campi Bisenzio
2004

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