Gallerie fotografiche

Sarajevo, Mostar

19 fotografie di Giovanni Baldini

Le fotografie sono state scattate a metà settembre 2007 a Sarajevo e Mostar, in Bosnia-Erzegovina, e hanno per soggetto due monumenti della resistenza jugoslava al nazifascismo.
In realtà ciò per cui sono degni di nota non è tanto l'essere importanti punti fermi del passato, ma perché il loro degrado racconta molto del presente.

Le prime 17 fotografie riguardano la collina Vrace a Sarajevo, quasi un balcone naturale nella parte meridionale della città. Questa sua qualità panoramica è stata apprezzata anche dall'esercito serbo durante l'assedio di Sarajevo durante la guerra del 1992-95. Da qui si sparava sulla città e sui suoi cittadini.
In origine si trattava di un forte ottomano che successivamente alla seconda guerra mondiale venne restaurato e adibito a monumento per le vittime della guerra. I dintorni vennero convertiti a parco e fino alla fine degli anni '80 Vrace è stato meta sia delle gite domenicali che luogo dove i ragazzi inquadrati nelle associazioni venivano a giurare fedeltà alla nazione.
Dal forte ottomano, che è sulla sommità della collina, un piazzale e poi una scalinata monumentale portano ad una terrazza panoramica su Sarajevo, poco oltre c'è un monumento alle donne combattenti. Dalla parte opposta rispetto al forte invece parte un breve vialetto alberato che porta ad un monumento a Tito.

Il parco è in condizioni pessime.
Sui bordi e in parte attraversandolo corre il confine fra la Federazione di Bosnia ed Erzegovina e la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, le due entità in cui è divisa la Bosnia-Erzegovina.
Sebbene sia i cittadini bosniaci che i serbo-bosniaci siano in realtà affezionati a questo luogo la manutenzione è disputata, appunto perché zona di confine.
Nel piazzale era accomodato un carrarmato e sulla pavimentazione se ne vedono gli effetti. I muri dei due cortili del forte erano coperti da nomi di caduti e deportati, adesso si intravede solo l'orma delle lettere. Uno dei muri è sfondato. Il monumento a Tito è sovrascritto con lo spray mentre il circolo di pietra nera dedicato agli eroi partigiani è stato in parte divelto. La scalinata dove sono scritti i nomi di migliaia di partigiani caduti è invasa dalla vegetazione e le fontane sono asciutte.
La sera il parco è luogo di spaccio.
Le abitazioni dei dintorni appartenevano a famiglie serbe che le hanno distrutte e abbandonate lasciando la città alla fine della guerra, per timore di ritorsioni da parte dei bosniaci musulmani.

Le ultime due fotografie riguardano il cimitero monumentale dei partigiani di Mostar. Il cimitero sale sul lato di una collina nella parte sud occidentale della città, nella sezione abitata dalla comunità croata.
Ci sono soltanto due fotografie perché ho avuto difficoltà a reperire informazioni chiare sulla presenza di mine, successivamente ho scoperto che le mine non erano un problema e che la reticenza era dovuta ad altro.

La situazione a Mostar è ancora tesa, decisamente peggiore rispetto a Sarajevo e al resto della Bosnia-Erzegovina, musulmani e croati vivono completamente separati: Mostar è una città di 125.000 abitanti che ha due diversi corpi dei pompieri, due stazioni centrali degli autobus, due università, due ospedali, due servizi di nettezza urbana.
Molto forti sono i sentimenti nazionalisti e questo per i croati si riflette nell'appoggio al movimento estremista ustascia, nato a fine degli anni '20 e apertamente filofascista.
Gli ustascia ricevettero finanziamenti e addestramento militare da Mussolini che all'epoca puntava a disgregare il regno di Jugoslavia. Gli ustascia si resero famosi durante la seconda guerra mondiale per l'incredibile aggressività: le loro efferatezze, rivolte soprattutto verso serbi, ebrei, zingari ed oppositori politici, suscitarono sdegno fra le SS.
Al tempo della visita a Mostar la bandiera croata con sovrimpressa la "U" degli ustascia sventolava da alcuni balconi e sul campanile di una chiesa.

Dopo le devastazioni della guerra del 1992-95 il cimitero monumentale è stato bonificato ed in un paio di occasioni se ne è tentato il recupero, ma ogni volta ha subito pesanti attacchi vandalici. Nella parte che ho visto i muri erano imbrattati dal simbolo ustascia.
Di recente i boschi che lo circondano sono stati incendiati ed in generale oggi assomiglia più ad una lugubre discarica a cielo aperto che ad altro.

Per avere un'idea delle dimensioni dei due monumenti potete vederne una vista da satellite.
Collina di Vrace, Sarajevo e Cimitero monumentale partigiano, Mostar.

Vai alla galleria Sarajevo, Mostar completa, qui sotto una piccola anteprima.


con Jrank
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