Il rastrellamento del Lunedì di Pasqua
di Giovanni Baldini, 17-11-2003, Creative Commons - Attribuzione 3.0.
Questa storia si svolge nei comuni di Sesto Fiorentino (FI), Vaglia (FI).
Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Cippo a Rossi (*) - Ceppeto, Sesto Fiorentino (FI)
- Cippo dei rastrellamenti d'aprile - Cercina, Sesto Fiorentino (FI)
- Lapide di Morlione (*) - Cerreto Maggio, Vaglia (FI)
- Lapide nella chiesa di Cerreto Maggio - Cerreto Maggio, Vaglia (FI)
- Monumento di Castiglione (*) - Ceppeto, Sesto Fiorentino (FI)
- Monumento di Cerreto Maggio - Cerreto Maggio, Vaglia (FI)
- Sepolcri di vittime civili a Castello - Castello, Firenze
- Tomba dei cugini Lamporesi - Cercina, Sesto Fiorentino (FI)
I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto
L'alba del 10 aprile 1944 partì da Firenze un vasto rastrellamento ordinato da Kesselring per testare l'efficacia delle nuove unità antiguerriglia con lo scopo di "bonificare" dai partigiani le pendici orientali di Monte Morello e di mandare un chiaro messaggio agli abitanti delle cascine che spalleggiavano la Resistenza.
Difatti le attività partigiane in zona si erano fatte sempre più intense, ad esempio con l'attacco alla stazione di Montorsoli, e i contadini offrivano riparo ai partigiani come già avevano fatto per i prigionieri di guerra fuggiti dai campi di prigionia, organizzando un vero e proprio campo di raccolta nei pressi di Cerreto Maggio: due famiglie di contadini, i Biancalani e i Sarti che abitavano in località Morlione, e un guardiacaccia, Gabriello Mannini di Cerreto Maggio, si occuparono per tutto l'inverno '43 - '44 di sostenere gli ex-prigionieri.
Per il rastrellamento ai 450 soldati specializzati alla guerra contro i partigiani si aggiungevano parte della divisione Goering, 50 soldati repubblicani e 755 militi della Guardia Nazionale Repubblicana che salivano da più direttrici per accerchiare la zona.
In mattinata i soldati arrivarono a Cercina dove arrestarono gli uomini che assistevano alla messa del Lunedì di Pasqua e subito dopo, seguendo una delazione del pievano della canonica, irruppero in casa del dottor Brunetto Fanelli e arrestarono il dottore e sei giovani.
Verranno immediatamente portati nei campi poco lontano e passati per le armi.
I soldati semineranno morte anche poche centinaia di metri più sopra uccidendo un boscaiolo, Silvio Rossi originario di Cerreto Maggio, falciandolo mentre era dentro al proprio capanno non lontano da Ceppeto.
Contemporaneamente il rastrellamento veniva condotto anche sull'altro versante della montagna, a Morlione, con tutta probabilità seguendo precise indicazioni di qualche spia: Gabriello Mannini venne ucciso davanti ai suoi familiari e gli uomini di casa Sarti (Aurelio e Fortunato) e Biancalani (Giovanni e Savino) subirono la stessa sorte. Le case delle tre famiglie vennero poi date alle fiamme.
Sempre a seguito di questi fatti viene ucciso a Cerreto Maggio anche Cesare Paoli.
Il rastrellamento portò inoltre più di trecento innocenti alle galere fasciste della Fortezza da Basso, in attesa della deportazione.
I parenti dei giovani uccisi verranno ingannati per giorni dai secondini della Fortezza, che continueranno a farli credere vivi e imprigionati per ricevere "regali" in cambio di informazioni false sui congiunti.
Al quinto giorno, insospettita, la madre di Renzo Lamporesi cominciò a cercare nei pressi di Cercina trovando il figlio e i suoi compagni sbrigativamente mal sepolti sotto un fine strato di terra e sassi.
Il giorno 30 maggio quattro gappisti fiorentini salgono a Cercina e uccidono a colpi di pistola il pievano responsabile della delazione.